In questo articolo, pubblichiamo su PLANETSPIN, il racconto di come Andrea è riuscito a catturare diverse spigole a spinning in interno foce.
Leggiamo insieme cosa ci scrive!
Un giorno, scorrendo le solite notifiche sul gruppo WhatsApp di Planetspin, mi cade l’occhio su un messaggio di Luigi: cercava sei volontari per dar vita a un progetto ambizioso, capace di coinvolgere tutti gli oltre cento membri della community.
Senza pensarci troppo, decido di buttarmi. Mi metto in gioco. E da lì, ha inizio la mia avventura.
Stabilito il regolamento della challenge, i sei capitani – uno per ogni squadra – ricevono in maniera casuale i propri membri. Il dado è tratto: io entro a far parte dei “Bastardi senza gloria”.
Sin da subito, il ruolo di capogruppo mi entusiasma. Ma presto l’entusiasmo lascia spazio alle difficoltà: organizzare una battuta in solitaria è un conto… far coincidere le proprie 3-4 ore libere con quelle degli altri è tutta un’altra storia. Eppure non mi arrendo.
Dopo tanti tentativi andati a vuoto, una risposta finalmente arriva: è Luigi, proprio lui, che accetta il mio invito. La sua presenza alla prima uscita valida per la challenge è per me un vero onore.
Si parte! Arrivati sullo spot iniziamo a lancire a ripetizione, cambio di artificiali, recuperi alternati, tecniche differenti. Ma il pomeriggio sembra muto. Solo alle 19:30 cambia tutto. Attacco deciso su un Black Minnow giallo fluo misura 2, con testina Ultra Deep: è lui il protagonista della svolta. La testina, più pesante del solito, si ancora perfettamente alla corrente e permette un recupero lento e profondo, strisciando sul fondo come si deve.
Ed è lì che avviene l’incontro: una bella spigola! La prima della challenge.
Ci sentiamo rinati. L’adrenalina prende il sopravvento. Continuiamo a insistere. Dopo ore di nulla cosmico e braccia indolenzite, ecco una seconda ferrata. Poi una terza, ancora più potente. E Luigi non resta a guardare: in pochi lanci mette in carniere altre due splendide catture (sticazzi, n.d.r.)
La prima uscita della challenge si conclude con un bottino clamoroso: cinque spigole di taglia, sorrisi a trentasei denti e una sensazione nuova nel cuore.
Sì, quella sera sembrava ci fosse un terremoto… un terremoto di spigole!
Dopo questa uscita in pesca, decido di dedicarmi ancora una battuta prima del termine della competizione, a distanza di qualche giorno.
Ultima chiamata: una notte per la gloria!!!
Passano quasi due settimane. Il tempo stringe. La challenge è agli sgoccioli. Lancio un ultimo appello:
“Stasera vado a pescare. Partenza ore 21:30. Chi si unisce?”
Con mia grande sorpresa, risponde Biagio: giovanissimo spinner che non avevo mai incontrato. Ci organizziamo al volo e alle 21:45 siamo in auto. Durante il tragitto, tra racconti di pesca e risate, realizzo che il vero spirito della challenge non è vincere… ma conoscere persone nuove. Creare legami. Condividere passioni.
Quando arriviamo allo spot, lo scenario è incredibile: dieci pescatori presidiano ogni metro della foce, nonostante siano quasi le 23:30. Con gentilezza e un pizzico di “trasimm ‘e sicc e ce mettimm ‘e chiatt”, troviamo il nostro angolo e iniziamo la battuta.
Dopo un’oretta, Biagio si avvicina. È affranto, quasi imbarazzato.
“Ti do fastidio se mi metto accanto a guardare come peschi?”
“Certo che no! Ma perché non stai pescando?
Con voce spezzata risponde:
“Ho incagliato l’esca… e forzando ho rotto la canna.”
Non ci penso un secondo. Gli passo la mia canna e corro in auto a prepararne un’altra. Siamo qui per pescare. E dobbiamo farlo insieme.
Ore di silenzio. Solo una spigoletta tra dodici spinner. La foce si svuota.
In mezz’ora restiamo solo io e Biagio. Il mare è nostro.
Ultima mezz’ora. Modalità dinamica, spostamenti continui, lanci a ventaglio.
Ed ecco che arriva la prima emozione: canna in piega, frizione che canta, Biagio si cala tra gli scogli per assistermi.
È un’altra spigola, piccola ma combattiva. Sembrava enorme, ma era solo la corrente a ingannare.
Scatto di rito, e si ricomincia.
Ultimi lanci. Sono stanco, ma non mollo. Un’esca sul fondo… un attimo… mangiata esplosiva!
La canna si piega di nuovo. Ma questa volta è diversa. La frizione canta forte.
Il pesce non accenna a cedere. Fughe, testate, cambi di direzione. Il cuore mi balza in gola.
Dopo quasi otto minuti di combattimento, riesco a portarlo sotto costa.
Biagio è lì, pronto.
E quando la prende tra le mani, urla:
“Andrèèè! E ch’è cumbinaaaat!!”
La vedo solo in quel momento. E mi trema il cuore:
3,694 kg di pura, maestosa, bellissima spigola. È lei. La regina.
La nostra squadra non è sul podio. Solo due punti. Ma chi se ne importa.
Mi sento un vincitore. Perché questa challenge mi ha regalato qualcosa di molto più grande: nuove amicizie, emozioni vere, e l’ennesima conferma che coltivare la passione per la pesca è una delle cose più belle che esistano.
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Perché la pesca è molto più di un hobby: è uno stile di vita.
Testo e foto a cura di Andrea – Team “Bastardi senza gloria”
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Grazie a tutti e buona continuazione sulle pagine di PLANETSPIN!
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