Leccia Amia: il predatore fantasma dei nostri mari

Pochi pesci sanno regalare emozioni tanto intense quanto la Leccia Amia, un vero e proprio bolide d’acqua salata. Elegante, potente e scattante, questo predatore è oggi considerato una delle catture più rare e ambite dai pescatori sportivi.

Ma cosa sta succedendo a questa specie? Perché è sempre più difficile trovarla anche negli spot un tempo ricchi? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla leccia amia, dalle sue origini alla tecnica giusta per intercettarla.

Un po’ di biologia: un guerriero nato 🧬

La Leccia Amia (Lichia amia) è un pesce pelagico appartenente alla famiglia dei Carangidi. Può superare il metro e mezzo di lunghezza e raggiungere tranquillamente i 30 kg di peso. È un predatore formidabile, capace di accelerazioni impressionanti per cacciare cefali, aguglie, latterini e piccoli pesci pelagici.

Un tempo molto più presente lungo le coste italiane, oggi è diventata una vera rarità, tanto che molti pescatori la inseguono per anni prima di riuscire ad agganciarne una.

Perché è diventata così rara? 🔍

Negli ultimi decenni, la Leccia Amia ha subito un drastico calo a causa di una combinazione di fattori critici:

Eccessiva pressione di pesca, sia professionale che sportiva, spesso con attrezzature inadatte e senza logica di sostenibilità.
Degrado degli habitat costieri, come foci e lagune, ambienti fondamentali per la crescita dei giovani esemplari.
Aumento della temperatura del mare, che ha influenzato negativamente i suoi spostamenti stagionali.
Pesca professionale intensiva, che con le reti a strascico o da posta cattura indiscriminatamente anche gli esemplari giovani destinati al commercio, impedendo il naturale ricambio generazionale. 🛑
Presenza crescente di super-predatori costieri, come il pesce serra, che negli ultimi anni ha colonizzato massicciamente le aree litoranee. Questo ha probabilmente modificato l’equilibrio ecologico delle zone di caccia della leccia, riducendone lo spazio vitale e aumentando la competizione per il foraggio 🐉🐟

Il risultato? Oggi la leccia è diventata un vero trofeo da sogno, un’apparizione rara che regala momenti indimenticabili… a chi ha la pazienza (e la fortuna) di trovarla.

Dove trovarla: gli spot migliori in Italia 📍

Se il tuo obiettivo è l’incontro con questo predatore, ecco alcune zone top dove avvistarla con più probabilità:

Litorale laziale e pontino (Fiumicino, Foce del Tevere, Sabaudia): presenza storica, specialmente tra agosto e settembre.
Puglia (Salento, zona Porto Cesareo – Gallipoli): acque trasparenti e fondali misti perfetti per la caccia.
Toscana (zona Argentario): ottimi risultati in autunno.
Campania (Foce del Sele, Marina di Eboli, litorale cilentano): eccellenti avvistamenti durante le ore crepuscolari in estate.
Sardegna e Sicilia: coste ampie e meno antropizzate, ideali per le leccie di taglia.

Tutti questi spot condividono un elemento fondamentale: correnti, fondali sabbiosi o misti, e alta concentrazione di pesci foraggio.

Quando e come cercarla: condizioni ideali 🌊🌤️

Le condizioni perfette per insidiare la leccia non sono frequenti, ma quando si verificano… è pura adrenalina:

Mare calmo con leggero moto ondoso
Acqua limpida ma non completamente cristallina
Orari: alba e tramonto
Alta presenza di pesci esca in superficie (aguglie, cefali, latterini)

In molti la cercano con esche vive, ma il vero brivido arriva pescando a spinning, con pencil bait, long jerk e stickbait di dimensioni generose, capaci di far salire veri mostri dal nulla 🚀

Etica e rispetto: difendiamo il predatore d’élite 🛑

Proprio per la sua rarità, è fondamentale promuovere una pesca etica e consapevole: rilascio immediato degli esemplari non destinati al consumo, evitare periodi di frega e utilizzare attrezzature adeguate per un combattimento rapido e rispettoso.