A SPIGOLE sul punto d’acqua

Vorrei fare accendere delle lampadine nelle menti dei lanciatori di artificiali, e che possano diventare lanciatori pensanti e non “capre” copia incolla.

Potrebbe sembrare il solito articolo dove si guardano le foto di una bella cattura e si scorre oltre, ma io credo che valga la pena dedicare due minuti alla lettura.

E’ vero, spesso siamo presi dalla frenesia, andiamo di fretta, ci limitiamo a osservare con disinvoltura prestando poca attenzione, presi dal poco tempo, ma soprattutto disabituati, ripeto disabituati a osservare i dettagli che in tante occasioni fanno la differenza.
Succede nella pesca, così come nella vita.

Gli amici del TERZO TEMPO di PLANETSPIN hanno già capito dove voglio arrivare: capire perché succedono delle cose invece di altre.
La scorsa pescata, sarei/saremmo potuti tornare a casa con un altro bel cappotto, bello si fa per dire, a chi piace cappottare? Ci siamo andati vicino, molto vicino, soprattutto io.

Eravamo sulla foce, io e Andrea, pescando un po dentro e un pò fuori.

Obiettivo serra e spigola, ma dopo un paio di ore di nulla cosmico, quando non ci avrei scommesso una lira, Andrea tira fuori una spigola davvero bella. Così zitto zitto, la porta in secco con mia non poca meraviglia.

Aveva mangiato su un Black minnow testa rossa e corpo bianco. Una scelta, frutto di diverse “chiamate” da parte di chi aveva già assaporato giorni prima, di catture su questo micidiale inganno.

Sarà stato il colore? Il movimento, le vibrazioni o semplicemente Andrea aveva lanciato al posto giusto nel momento giusto? Sticazzi (n.d.r.), aveva preso.

Dovete sapere che sul gruppo whatsapp di planetspin, stiamo portando avanti una challenge dove si cerca di andare a pesca con nuovi amici del gruppo: FISHING TEAM CHALLENGE si chiama.

FISHING TEAM CHALLENGE 2025: la nuova sfida firmata PLANETSPIN!

Fare nuove amicizie e capire quanto è importante imparare dagli altri, sono alcuni obiettivi del contest.
Ma dopo numerosi inviti, nessuno aveva scelto di accompagnare Andrea in questa avventura ed io allora, anche per non lasciarlo solo (so che sarebbe andato comunque)… ho voluto dedicarmi anche un’uscita per stare qualche ora in riva al mare.

Un rapido check delle APP dedicate alle maree, mi avevano suggerito che il picco di alta marea sarebbe stato intorno alle 20. Un bel colpo di fortuna, non avevo scelto di puntare a questo, ma è capitato, quando si ha poco tempo, non puoi programmare.
Comunque mentre si andava, ho poi realizzato che si sarebbe trovata, almeno dalle previsioni, una calma di vento.

Erano tre fattori chiave, tre punti fondamentali che facevano girare la ruota dalla nostra, almeno in teoria:

1: punto di alta marea (“punto d’acqua” come lo chiamano i vecchi pescatori)
2: tramonto (il cambio di luce è sempre un ottimo momento)
3: assenza di vento

Comunque, per non farla lunga, calato il sole, io avrei già smontato e mi sarei messo in macchina, ma con la forza del gruppo, piccolo ma cazzuto, ci promettiamo ancora 30 minuti in interno foce con il target della spigola.
Non vi ho detto che poco prima avevo avuto due tocche timide pescando con uno shad della DUO BAY RUF SHAD, ma il tempo di fare un caricabatterie con una pizzetta ed un tramezzino, vado per girarmi e sullo spot dove ero io, c’erano due pescatori. Mi avevano soffiato il posto.

A dire il vero mi ero spostato a prendere delle cose dalla zaino e … pazienza… mi avevano fregato lo spot.

Eccoci che risaliamo ancora una ventina di metri ed arriviamo in una zona dove, intorno alle 20:30, picco di marea, la corrente del fiume rallenta, tanto. Possiamo pescare anche con esche più leggere e allora, mentre cambio esca, Andrea mi tira fuori un’altra bella reginetta. Spettacolo!

Mi godo la cattura e do una mano al salpaggio della belva, ma poi realizzo:

io sto a cappotto e questo ragazzetto mi tira fuori i pesci da sotto al naso.

Mi impegno, cerco di capire il fondale e come far muovere l’esca. Un piccolo shad dove aumento il peso della testina piombata, nuota alla perfezione tra le rocce e… no! Per poco non incaglio…
Lancio un po più a monte e faccio una sorta di passata, tipo pendolino di Paolo Germani, ma con lo shad della DUO… NO!!! Di nuovo la pietra… recupero come fosse una ferrata per non incagliare, ma sento una botta e la frizione che canta, Questo è un pesce!

Accorciamo le distanze, ne faccio due in poco più di 20 minuti.
Per me va bene così. Foto di rito e si torna a casa, le spigole sul punto d’acqua in questo spot non tradiscono mai.

Conclusione, cosa ha cambiato l’esito della pescata?

Sicuramente la compagnia, la tenacia di un pescatore. Si crea uno scambio positivo di vibrazioni che si traducono in forza reciproca, io ho imparato tanto da questa uscita e da Andrea (un ottimo pescatore), ho fatto la mia FISHING TEAM CHALLENGE e sono contento, molto.

Dedico le mie catture a lui, mi ha fatto un doppio assist micidiale, se fossi stato da solo, sono quasi certo che non avrei fatto strike e non avrei potuto portare a casa un ricordo indelebile.