Aprile 18, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Pesca a spinning in mare al pesce SERRA

Uno dei motivi che, in questi ultimi anni, hanno fatto sviluppare la diffusione della pesca a spinning in mare da terra, è sicuramente la possibilità di incontrare predatori importanti 

che solitamente erano insidiabili solo da chi aveva la fortuna di possedere una barca per la traina  o per la pesca  d’altura. Gradualmente, anche in conseguenza dell’innalzamento delle temperature , abbiamo assistito all’arrivo di pesci che solitamente affollavano le zone più calde dei nostri mari.

Barracuda, Serra, Lampughe, Leccie Amia, ma anche altre piccole specie poco conosciute come il Blue Runner, hanno preso posto in classici luoghi che un tempo erano popolati quasi esclusivamente dalla regina dei mari, la Spigola. In molti spot come porti e foci, quest’ultima ha dovuto lasciare posto ai nuovi arrivati che si sono distinti per la loro ferocia, territorialità e numero.

In una decina di anni, anche grazie alla crescita esponenziale e prolificazione di questi pesci, il Serra si è fatto riconoscere, oltre che dai pescatori, anche dai consumatori per l’aspetto culinario.
Hanno contribuito alla sua popolarità, l’arrivo di attrezzature specifiche per fronteggiare questo predatore e intraprendere delle agguerrite, equilibrate ed emozionanti uscite di pesca dedicate alla sua ricerca.

La sua fama in termini di aggressività lo hanno visto ideale bersaglio da insidiare con tutti gli artificiali prodotti

a partire dai popper, passando per minnow, siliconici, ondulanti, jig ecc..

La cattura di un esemplare di media taglia nei periodi autunno/invernali presso molte foci e porti italiani è all’ordine del giorno, rappresentando per gli appassionati di questa tecnica di pesca, un obiettivo di tutto rispetto.
Ovviamente non è facile riuscire a capire quando, come e perché scegliere un’artificiale, un’attrezzatura e un’orario per le nostre uscite in pesca, soprattutto se dobbiamo fare i conti con il nostro tempo libero a disposizione, l’attrezzatura disponibile nei negozi locali, non ultimo il tipo di recupero e la ricerca degli spot vincenti.

In questo articolo metterò a disposizione quelle che sono le mie considerazioni personali, le mie esperienze, che sicuramente saranno poca cosa per i virtuosi della pesca a spinning, ma che spero possano aiutare coloro che si stanno per cimentare o si stanno affacciando alla ricerca del pesce Serra nella pesca a spinning in mare.

Le informazioni che ho potuto assimilare nel tempo, seguono una costante e statistica evoluzione che dipende sia da fattori ambientali, quali cambiamenti meteo/marini, temperatura ecc… che da altri fattori come l’aumento della pressione piscatoria, assuefazione a tipi di recupero, riconoscimento di modelli di artificiali. Con questo concetto voglio esprimere che, se qualche anno fa, un popper, recuperato in un certo modo in un determinato posto, poteva avere il 70% di possibilità di avere uno strike, ora ne ha il 50% sia per l’aumento del numero dei pescatori, sia professionisti che sportivi (e quindi meno esemplari), sia perché il pesce ha imparato a riconoscere l’artificiale recuperato in quel modo o l’artificiale stesso, avendolo visto decine di volte o per essersi punto con le ancorette .A questo punto occorre variare.

Partendo dalle caratteristiche biologiche e comportamentali del predatore, dovremo affinare e modificare la nostra tecnica per ottenere il nostro risultato

 In ogni caso, possono comunque capitare delle uscite in pesca in cui i branchi di predatori in caccia, si scagliano praticamente su tutto quello che gli passi avanti, per cui tutte queste nostre deduzioni e conclusioni, lasciano il tempo che trovano. Ma noi non faremo di questo caso, l’argomento principale del nostro discorso, cercando di incentrarlo sulla ricerca “intelligente” e non sulla casualità o sull’uscita fortunata.

Andremo di seguito a descrivere brevemente, attrezzatura, tipo di recupero e condizioni meteo marine ideali in cui potremo avere una maggiore possibilità di fare una bella cattura.

– Attrezzatura
La lunghezza e l’azione della canna influiscono sulla sensibilità in pesca, sulla corretta gestione degli artificiali e sulla possibilità di stancarci meno (quindi pescare per più tempo). Max 2,40 m, meglio ancora se monopezzo, ideale una 7’ (2.13 m) o addirittura 6’6’’ con azione fast o moderate fast. La nostra canna dovrà avere una buona riserva di potenza per contrastare adeguatamente le sfuriate e gli eventuali salti durante il recupero della preda ed allo stesso tempo leggera e sensibile.

Il mulinello sarà scelto in relazione al bilanciamento della canna, avrà una buona capienza per contenere filo necessario a contrastare ed agevolare le sfuriate del predatore una volta incannato. La nostra scelta si aggirerà intorno alle taglie 5000 Shimano o alle 4000 Rioby o Daiwa e sarà imbobinato con un filo trecciato max 20 LB, che è il miglior compromesso tra resistenza e potenza, senza influenzare negativamente la distanza di lancio.
Altre info sulla scelta dell’attrezzatura qui

 

 

Terminale:
Un buon nylon da 0,40 può andare bene. Da evitare cavetti d’acciaio. All’occorrenza possiamo utilizzare anche dei nylon fluorocarbon che hanno la capacità di avere maggiore invisibilità in acqua, ma costano cari.

– Artificiali
In merito agli artificiali per la pesca a spinning al pesce serra, si potrebbe scrivere un libro…
Negli ultimi tempi hanno riscosso molto successo i minnow jerkbait dalla forma affusolata di generose dimensioni, anche 200 mm per cui, consiglio un occhio di riguardo verso alcuni modelli della Daiwa e della Duo con queste caratteristiche.

Gli skipping lure ed esche di superficie come i popper, li utilizzo come esca alternativa.

Ho riscontrato una pesante flessione delle catture e degli attacchi/inseguimenti per cui, dopo aver fatto pochi lanci, dove cerco di coprire la massima distanza possibile, preferisco scendere sotto la superficie, magari con un artificiale sinking dalle buone vibrazioni, opportunamente recuperato scomposto e nervoso, con sbacchettate della canna sia laterali che frontali (verso l’alto).  I wtd (walking the dog) sono delle armi micidiali se adoperati nel modo corretto. Occorre un po’ di pratica per riuscire a controllarli adeguatamente, ma molte volte anche un recupero scomposto, ricco di stop & go ed accelerate, si è dimostrato vincente.
Quando le condizioni meteo marine lo permettono, cerco di dare fiducia ad artificiali siliconici come grosse swim bait o imitazioni di anguille, solitamente utilizzati per la spigola e il black bass, ma per sfruttare al meglio le caratteristiche di queste esche occorre gestirle con un’attrezzatura (combo canna-mulinello) molto sensibile e leggera.

In condizioni di pesce presente, ma fuori dalla portata di lancio, possiamo tentare con piccoli casting jig metallici max 40/60 grammi che, grazie alle piccole dimensioni, ottimo peso e forma aerodinamica, si prestano a raggiungere lunghe distanze e possiamo utilizzarli anche come skipping lure (facendoli schizzare sull’acqua) o con un recupero lento, alternato di jerkate laterali o frontali.
Per le colorazioni esistono due principali correnti di pensiero, ovvero, sono valide sia quelle che imitano il pesce foraggio presente, ma anche altre che niente hanno in comune con quest’ultimo, bisogna provare, non esiste una regola fissa. Consigliata in molti casi e soprattutto con acque torbide o di notte, le colorazioni bianche, che si sono rivelate un po la carta “jolly” in base alle mie esperienze.
Altre info sulla scelta degli artificiali per la pesca a spinning in mare qui

Artificiali consigliati:
Yamashita Angel kiss
Yamashita Blues code
Yamashita aminis 1
Molix T-Jerk
Yo zuri Hydro tiger (popper)
Daiwa Saltiga o SLS (shore line shiner)
Duo Tide minnow
Lucky craft Sammy (WTD)
Molix Jugulo (light jig max 40/60 gr)
Mava mini Ketch (skipping lure)

– Tipo di recupero
Non esiste un recupero perfetto o uno che vada bene per tutte le situazioni con cui avremo a che fare nelle nostre uscite. Il tipico recupero, ideale per stimolare l’aggressività del Serra, è quello veloce, arricchito da jerkate (colpi laterali di canna). In base alla presenza di vento, moto ondoso, corrente marina, caratteristiche del nostro artificiale e attività predatoria, ci regoleremo di conseguenza. Per esempio, se siamo in pesca in presenza di forte vento laterale e con moto ondoso accentuato, sarà opportuno utilizzare i classici minnow dotati di una buona paletta e per non perdere il controllo, adotteremo un recupero veloce gestendo la canna in modo da tenere il nostro filo, in minor bando possibile. Con mare calmo ed assenza di vento, possiamo utilizzare anche artificiali senza paletta (lipless tipo Blues Code) o popper e WTD.

Un altro tipo di recupero che stimola molto i predatori, tra cui anche il pesce Serra, è quello lento ricco di colpi di polso, quasi come volessimo fare un “walking the dog” sommerso. Ideale per la pesca a spinning alla spigola, ha fatto molte volte la differenza anche in cerca del Pomatomus Saltatrix (pesce serra).

– La scelta dell’orario
In base a personali esperienze, posso affermare che l’arrivo dei Serra varia in base a diverse caratteristiche da spot a spot, da stagione a stagione, secondo delle caratteristiche e delle variabili che possono essere anche casuali e non determinate da fattori statistici.

Nei classici cambi di luce come alba e tramonto, si hanno possibilità maggiori,

ma la presenza di minutaglia, pesce foraggio e condizioni marine come una “scaduta” (ovvero quando il mare inizia a calmarsi dopo le mareggiate), magari con acqua torbida, le nostre probabilità di catturare o almeno assistere ad attività di questi predatori come cacciate, inseguimenti e rollate in superficie, aumentano.

I pesci Serra si adattano a molteplici condizioni, ma difficilmente sono stanziali. Si possono incontrare più volte nello stesso punto, durante l’arco della giornata, ma solitamente sono di passaggio e si avvicinano alla costa solo per cacciare, tendere agguati e sparire al largo. L’istinto di sopravvivenza li spinge a muoversi in branco, ma alcune volte possiamo incontrare anche elementi singoli, gli obiettivi più difficili da insidiare. Esemplari numerosi, magari spinti dalla competizione e dalla foga di attaccare per primi la preda (o la finta preda rappresentata dal nostro artificiale) sono invece i bersagli sensibili.

Tuttavia la pesca del pesce Serra non è facile, in parecchie condizioni possiamo assistere a numerosi inseguimenti senza nessun attacco deciso. Spinto dalla curiosità, vediamo il pinnuto seguire l’artificiale fino a sotto i nostri piedi e poi sferrare l’attacco proprio nel momento in cui abbiamo terminato il recupero e stiamo per salpare la nostra esca dall’acqua, ma allo stesso modo può capitare che il pesce segua senza mai attaccare, magari perché si è accorto della nostra presenza, o per aver notato il nostro terminale … o per motivi che sono per noi incomprensibili.  In questi casi, quando proprio non ne vuole sapere di attaccare, è preferibile spostarsi per trovare altre zone di caccia.
Possiamo incontrarli in pieno giorno, magari nelle prime ore del pomeriggio, quando solitamente la corrente termica smuove i primi strati superficiali del mare, agitandoli con la classica brezza. Ma come gran parte dei predatori, le catture più importanti possono arrivare soprattutto di notte, con un occhio disinvolto a far possibilmente coincidere le nostre pescate con gli orari di punta dell’alta marea.

– Gli spot
La diffusione del pesce Serra è in costante crescita ed esemplari di media/piccola taglia si possono incontrare in tutti i punti della nostra penisola (isole comprese).

Gli spot caratteristici sono le foci dei fiumi di buona portata ma anche dei piccoli canali, le punte ed alcune zone dei porti, le dighe foranee ma anche le spiagge aperte e le scogliere.

Altri posti in cui possiamo tentare, permessi permettendo, sono gli sbocchi delle acque utilizzate dalle centrali elettriche per raffreddare i reattori e si tratta solitamente di acque calde, o nei pressi di scarichi fognari, tenendo sempre un occhio di riguardo per la nostra salute ed incolumità, che sicuramente non sono paragonabili ad una cattura.

– In caso di cattura
Solitamente il pesce Serra reagisce alla cattura con dei salti spettacolari, durante cui, con movimenti bruschi della testa, tenterà in tutti i modi di liberarsi dalle ancorette.

Avere un pesce serra di buone dimensioni in canna, è un’esperienza emozionante

ricordate di ferrare in maniera decisa, anche più di una volta, per far in modo che la nostra ancoretta riesca a conficcarsi nel palato che ha delle caratteristiche di durezza e resistenza uniche. Dobbiamo essere pronti a recuperare prontamente il filo in bando che potrebbe presentarsi tra noi e il pesce che tenderà a venire verso noi. Canna bassa e frizione ben tarata, molte volte sono le carte vincenti per assicurarci la cattura.

In conclusione, il Serra (nome latino Pomatomus Saltatrix) è un predatore che può arrivare tranquillamente ai 10 kili di peso con una vita media di 10 anni, le catture degli esemplari di piccola e media taglia sono le più frequenti, mentre quelli adulti risultano molto restii ad attaccare gli artificiali, preferendo l’esca viva al nostro pupazzetto anche se ben animato.

Il rispetto per la normativa che salvaguardia la taglia minima e il limite massimo (in peso) delle catture sono delle fondamentali regole che il pescatore sportivo deve tenere bene in considerazione, con un occhio di riguardo anche alla possibilità di rilasciare il pescato, rappresentando l’apice della sportività e della soddisfazione personale, magari dopo una bella foto “ricordo”.