Nelle ultime settimane la diga di Ravenna è diventata il teatro di una vicenda che ha dell’incredibile.
Numerosi video e testimonianze mostrano pescatori alle prese con tonni rossi di grandi dimensioni catturati da riva. Combattimenti lunghi, estenuanti, che spesso si concludono nel peggiore dei modi: pesci sfiniti, mal rilasciati o, in alcuni casi, addirittura trascinati fuori dall’acqua. Una scena che non ha nulla a che vedere con la pesca sportiva.
L’etica negata e il danno irreparabile
Tutti coloro che praticano pesca sportiva dovrebbero sapere che tirare un tonno rosso fuori dall’acqua equivale quasi sempre a condannarlo a morte. Non serve essere biologi marini per comprendere che un animale di quelle dimensioni, abituato a nuotare costantemente, non può sopravvivere a un rilascio scorretto dopo ore di stress. Eppure, nel 2025, si assiste ancora a comportamenti che negano ogni principio di etica sportiva e rispetto verso il mare.
Ringraziamo Matteo De Falco (PESCA TV) per le sue importanti parole
Ci sono immagini che restano impresse: tonni morti contro i frangiflutti, corpi lasciati contro i tripodi, la desolazione di una pratica che non può e non deve essere tollerata. Ogni gesto di questo tipo non solo distrugge la vita di un singolo animale, ma mina alla base la credibilità dell’intera comunità dei pescatori sportivi.
Il rispetto necessario e la responsabilità del pescatore
Essere pescatori significa prima di tutto essere custodi del mare. Esistono cose che si possono fare e altre che semplicemente non si devono fare. Pescare tonni rossi in questo modo, senza le competenze, senza gli strumenti adeguati e senza un piano di rilascio sicuro, rientra nella categoria delle azioni da condannare con fermezza.
La pesca sportiva vive di equilibrio, di etica e di rispetto. Non è accettabile indignarsi per gli eccessi della pesca professionale e poi contribuire, anche solo per ignoranza, a immagini che gettano discredito sull’intero movimento.
Ogni pescatore deve comprendere che il mare non è un terreno di conquista, ma un ambiente da preservare con consapevolezza e responsabilità.
Un appello alla consapevolezza
È possibile che molti abbiano agito senza malizia, spinti dall’entusiasmo del momento o dalla curiosità di un evento eccezionale. Tuttavia, ciò non giustifica un comportamento che porta alla morte di animali protetti e all’imbarbarimento dell’immagine della pesca sportiva. Occorre che la comunità reagisca, che i pescatori veri prendano posizione e condannino apertamente tali episodi.
L’educazione al rispetto del mare deve tornare al centro. Le autorità, le associazioni e gli stessi appassionati devono promuovere la conoscenza delle regole sul tonno rosso, sulle tecniche di rilascio corrette e sull’importanza di un approccio etico. Solo così sarà possibile evitare che spettacoli del genere si ripetano e restituire dignità alla pesca sportiva.
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