Marzo 28, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Molix Brigante, il test

Il Brigante 110 della Molix è sicuramente una delle produzioni più caratteristiche e particolari di questo ultimo anno.

La casa produttrice è stata all’altezza di produrre, oltre alla versione originale nata per le acque dolci, una versione dedicata prettamente a noi anglers marini, il che ha permesso al Brigante di avere un’ ulteriore notorietà. E’ proprio della versione SW che parleremo.
 
Per chi ancora non lo conoscesse, parliamo di una swimbait con assetto slow sinking,
 
dalla lunghezza, appunto, di 110 millimetri e con un peso di 50 grammi. Il Brigante è suddiviso in 4 sezioni, delle quali anche la parte in testa costituisce una sezione a se stante. L’arma vincente di questa hardbait, a mio parere, risiede proprio nella sua immane vitalità anche a recuperi lentissimi, dovuta ovviamente a questa sapiente suddivisione degli snodi.

La forma prende ispirazione dal corpo di una piccola sardina, che è stata riprodotta davvero fedelmente. Le colorazioni sono varie e di buona fattura, sono tutte basate sui colori del  pesce foraggio presente nei nostri mari. Il Brigante è armato con due ancorette ST46#6, una disposta nel ventre della seconda sezione ed un’altra in coda; anche la terza sezione presenta una piacevole particolarità. Si tratta di una lamella di alluminio che emette vibrazioni e flash luminosi aumentando il potere catturante, gli addetti al settore la chiamano, in gergo, la “ Tagliatella ”.

Il Brigante si lancia discretamente, ma per sua natura non raggiunge distanze esagerate. Se si vuole agguantare qualche metro si può scendere con il diametro del trecciato in bobina. Qualche problema in più si ha lanciando controvento.
Una volta in acqua tende ad affondare molto lentamente. L’assetto slow sinking è reale. Al minimo accenno di recupero il Brigante inizia a sprigionare il suo movimento ad esse. Osservandolo attentamente notiamo che ogni sezione dell’artificiale dà il suo contributo ed il movimento è sinuoso e generale.

Una volta fatto affondare alla profondità desiderata lo si può mantenere con un recupero molto lento e piccole jerkate;
 
aumentando la velocità il Brigante tende subito a salire e sviluppa il suo nuoto a pochi centimetri al di sotto della superfice. Se si esagera con la velocità di recupero può perdere il suo assetto ed uscire fuori dall’acqua.
Il Brigante soffre il mare eccessivamente formato. Con  scaduta in fase terminale ed onda lunga si riesce comunque a farlo lavorare in modo accettabile; personalmente lo recupero  molto lentamente, mi piace cercare un po’ di corrente dove tenerlo in bilico per qualche attimo, farlo scendere e poi risalire a scatti, proprio come un pescetto in difficoltà.
 
Non è un tuttofare, ma un’esca da utilizzare al momento opportuno, che riesce comunque ad adattarsi a molteplici situazioni di pesca,
 
un’esca rivolta al predatore più comune dei nostri mari, la spigola.

Pur avendo un movimento proprio, con un po’ di pratica, possiamo  conferire al Brigante la nostra impronta. I materiali costruttivi sono più che buoni, come l’assemblaggio e la tenuta delle colorazioni; ancorette ed anellini sono nella media. Consiglio di lavarlo con la dovuta cautela dopo ogni uscita per preservarne la piena funzionalità. Il prezzo si aggira intorno ai 16-18€ e la reperibilità è molto buona sia negli shop locali che sul web.