Ottobre 24, 2025

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Spinning in mare con Matteo De Falco (PESCA TV): padroneggiare i dettagli oltre spot ed esca

molti pescatori commettono un errore comune: concentrare tutta l’attenzione su due soli fattori, lo spot di pesca e l’esca artificiale. Ma lo spinning è molto di più, un insieme di dettagli che fanno enormi differenze

Lo spinning in mare rappresenta oggi la tecnica di pesca sportiva con il futuro più luminoso e dinamico. Grazie all’evoluzione tecnologica, questa disciplina ha superato i confini tradizionali, trasformandosi in una forma di pesca totale.

Se un tempo lo spinning era legato esclusivamente alla ricerca dei predatori, oggi permette di insidiare anche specie inattese, grazie a presentazioni tecniche e raffinate.

Tuttavia, molti pescatori — soprattutto le nuove generazioni — commettono un errore comune: concentrare tutta l’attenzione su due soli fattori, lo spot di pesca e l’esca artificiale.

Lo spinning è molto di più. È un insieme di variabili, sensibilità e lettura dell’ambiente che solo l’esperienza sul campo può trasformare in risultati concreti.

La crescita e la tecnologia nello spinning

L’evoluzione tecnologica ha rivoluzionato lo spinning. Le attrezzature moderne, i materiali avanzati e le nuove esche hanno reso possibile pescare in condizioni e con specie una volta impensabili. Si può insidiare una carpa con una piccola “gommetta” in un canale o affrontare un tonno rosso da 70 kg in mare aperto.

Questa espansione, però, impone responsabilità. La passione deve essere accompagnata da competenza, specialmente quando si parla di catture e rilascio (Catch & Release). Rilasciare un pesce esausto o destinato a morire è un errore grave, che tradisce lo spirito etico della pesca sportiva moderna.

Oltre l’ossessione: spot e variabili determinanti

L’ossessione per lo spot è diffusa, ma lo spot da solo non garantisce il successo. Ogni pescatore esperto sa che la cattura dipende da un insieme di fattori fondamentali:

  • Spot di pesca

  • Condizioni meteomarine (vento, marea, luce, temperatura)

  • Tipo di predatore

  • Orario di attività

  • Attrezzatura e approccio

Un luogo produttivo con mare mosso può risultare sterile con mare calmo. La spigola predilige acque torbide e scure, mentre il barracuda si muove meglio in acque limpide e tranquille.

Anche il vento influisce in modo decisivo: una scogliera può passare da “morta” a “viva” cambiando semplicemente direzione del vento.

Morfologia e strategia nello spot

Conoscere la morfologia del fondale è essenziale. Scogli, canaloni, secche, erbai e ostacoli naturali sono punti chiave per predatori in caccia. La spigola, ad esempio, sfrutta zone con strutture dove nascondersi, mentre il serra o il tonno prediligono zone con forte corrente.

GUARDA IL VIDEO COMPLETO SU YOUTUBE PLANETSPIN FISHING

Ogni pescatore dovrebbe porsi la domanda: “Se fossi un predatore, dove mi metterei per cacciare?”
La risposta si trova osservando il mare, interpretando le correnti e leggendo i segnali dell’ambiente.

Attenzione anche alla pressione di pesca: zone troppo battute rendono i pesci più diffidenti. Ogni spot può cambiare efficacia in base alla stagione, all’orario e al livello di disturbo umano.

L’inesistenza dell’artificiale miracoloso

Non esiste l’esca perfetta. L’efficacia di un artificiale dipende dal contesto e, spesso, dalla fiducia con cui viene utilizzato. La differenza la fa il pescatore: la sua costanza, la sua “cazzimma”, la capacità di osservare e imparare dal mare.

Solo chi vive la scogliera e affronta onde e vento impara a riconoscere la “bella scaduta”, quel momento magico in cui la spigola si avvicina a cacciare.

Il segreto è l’esperienza: leggere l’acqua e il predatore

L’esperienza è l’unica maestra. Dopo ogni cattura, non bisogna limitarsi alla foto, ma analizzare i dettagli che hanno portato al successo:

  • Condizioni del mare

  • Marea e vento

  • Tipo di artificiale

  • Orario e luce

Creare una “mappa mentale” di questi fattori permette di replicare le situazioni vincenti. È così che nasce la vera competenza nello spinning.

La palestra dell’acqua dolce per affinare la tecnica

Chi trova difficoltà in mare dovrebbe frequentare la “palestra” dell’acqua dolce. Laghi e fiumi permettono di affinare la manualità e la sensibilità con le esche. Tecniche come il bass fishing o la pesca alla trota aiutano a migliorare la ferrata, la percezione della mangiata e la presentazione.

Il bass e la spigola, infatti, condividono molti comportamenti simili: si possono catturare con tecniche come Texas rig o dropshot, sviluppando una sensibilità utile anche in mare.

Costanza e pratica

La teoria vale poco senza pratica costante. Lo spinning è una pesca di movimento, di ricerca. Bisogna camminare, osservare e adattarsi. La perseveranza e l’esperienza diretta sono ciò che distingue un semplice appassionato da un vero spinner.

Hai bisogno di una consulenza personalizzata per la tua tecnica di pesca?

Utilizza i contatti WhatsApp: un esperto del team PLANETSPIN ti risponderà il prima possibile.

CLICCA QUI PER SCARICARE LA APP PLANETSPIN (LINK)

👉 Continua a seguirci per guide, articoli e approfondimenti dedicati ai protagonisti della pesca sportiva italiana!

Ecco l’elenco completo alle GUIDE e ai MANUALI di PESCA di PLANETSPIN che trovate sullo SHOP AMAZON

Guide e manuali di pesca PLANETSPIN

Ecco la mappa interattiva degli ITINERARI DI PESCA IN ITALIA

Grazie a tutti e buona continuazione sulle pagine di PLANETSPIN!