Maggio 25, 2025

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Alla ricerca del barracuda nella Costiera Cilentana: spinning, strategie e un “Barrasauro” da ricordare!

L'obiettivo? Un predatore tanto affascinante quanto sfuggente: il Barracuda. Dopo alcune uscite sfortunate, era il momento di voltare pagina e cercare la cattura giusta.

Cari amici di Planetspin, oggi vi portiamo con noi in una sessione di pesca spinning in mare, in uno dei tratti più suggestivi della costa italiana: la splendida costiera cilentana.

L’obiettivo? Un predatore tanto affascinante quanto sfuggente: il Barracuda. Dopo alcune uscite sfortunate, era il momento di voltare pagina e cercare la cattura giusta.

Ecco com’è andata tra scogliere impervie, scelte tecniche e un finale da brivido!

Scogliere, tecnica e attrezzatura 🔩🎣

Pescare in queste zone significa prima di tutto conquistarsi il posto. Trovare una postazione sicura e funzionale tra le rocce non è scontato: bisogna muoversi con attenzione e cercare spot che permettano lanci ampi a ventaglio. In questo caso, ho scelto una posizione più esposta per guadagnare metri preziosi.

Per l’attrezzatura, la mia fidata Favorite SX1 (7’6″, 20-50g) accoppiata ad un DAIWA BG SW 4000 si è dimostrata perfetta.

La sua lunghezza compatta è ideale in scogliera, dove serve potenza ma anche precisione nei movimenti. Anche se un po’ penalizzante per la distanza, con le giuste esche si raggiungono zone chiave dove i predatori amano muoversi.

Recuperi intelligenti e colori strategici 🎨💡

In spot dalla trasparenza incredibile, come questo, non si può improvvisare.

Qui i pesci hanno visto di tutto. Serve inventiva. Alterno recuperi veloci a quelli più profondi, lasciando affondare l’esca per esplorare le diverse profondità.

Alcuni lanci li schippo appena sotto la superficie per simulare un foraggio in fuga. Altri, invece, li eseguo in profondità, mantenendo varietà nell’azione.

La scelta dei colori è altrettanto cruciale:
Naturali per luce piena (mezzogiorno, tramonto)
Acidi o fluo per le ore di transizione (alba, notte)

Questo approccio aumenta la probabilità di stimolare l’attacco, soprattutto in giornate dove i pesci sembrano “addormentati”.

Durante l’uscita di pesca, di tanto in tano ho usato uno shent (attrattore odoroso in forma liquida), che in almeno un paio di occasioni ho versato direttamente sull’esca artificiale.

So bene che nel giro di uno, due lanci, sarebbe scivolato via e non sapremo mai quanto potrebbe aver influito sulla cattura…

ma nel mio immaginario, il suo lavoro è stato comunque un dettaglio da valutare.

La scia odorosa resta in quel tratto di mare per qualche tempo, ed è sempre qualcosa in più, non so in percentuale quanto potrebbe aver influito o è solo tutto nella mia testa, ma ho voluto fare questo esperimento e consiglio a tutti di provare strade alternative per finalizzare al meglio le nostre battute di pesca.

Tempo fa ho realizzato questo articolo sugli shent che vi invito a visualizzare (link sotto)

L’utilizzo degli shent: gli attrattori odorosi nella pesca a spinning e eging

Il tramonto, momento chiave 🌇🕒

Il tramonto è il momento d’oro per insidiare il Barracuda. Spesso la finestra utile è breve, circa mezz’ora: o si è pronti o si rischia di perdere l’unica occasione della giornata. Di notte, la situazione cambia: alcuni spot portuali possono offrire chance, ma la risposta dei pesci è molto più incostante.

Insistere nel momento giusto fa la differenza.

Il Barracuda non perdona distrazioni: chiude l’attività predatoria in fretta e sparisce nel blu.

La prima cattura e un imprevisto tecnico ⚙️🐟

Dopo lunghi minuti di silenzio, ecco la scarica di adrenalina: un piccolo Barracuda rompe il digiuno! Non una taglia record, ma una conquista importante per il morale e per ribaltare la giornata. Portarlo a riva senza slamarlo non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta.

Subito dopo, un problema: l’esca artificiale, un Needle Jointed di Jack Fin, mostrava un ancoraggio allentato. Una delle ancorette, quella sul secondo pezzo, si sganciava dalla sede del piccolo gancetto che la tratteneva e si posizionava sul corpo dell’esca, falsando il nuoto. La coda non nuotava più correttamente. Il segnale era chiaro: sentivo l’esca “pastosa” nel recupero. Soluzione?

Un paio di giri con filo elastico da innesco: semplice, efficace, e il nuoto torna quello giusto.

Sempre meglio avere un rotolino nello zaino!

Arriva il “Barrasauro”! 😱🔥

Risolto il problema, si torna in pesca. Pochi lanci e… BOOM 💥! “Questo è buono!”. La frizione urla, il cuore batte forte. Con l’aiuto di Emilio e il guadino, mettiamo a segno la cattura della giornata: un Barracuda spettacolare, un vero “Barrasauro”! 💪🐊

Una battaglia breve ma intensa, che ha trasformato la sessione in una vera impresa. Emozione pura, e la conferma che perseveranza, analisi e tecnica ripagano sempre.


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Grazie a tutti e buona continuazione sulle pagine di PLANETSPIN!

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